venerdì 27 febbraio 2015

Perché creare un Mandala?


Creare un Mandala significa creare uno spazio sacro, un luogo protetto, un centro in cui concentrare le energie. Disegnare, sognare e colorare un Mandala appartiene al processo di individuazione. Disegnando un mandala, creiamo un simbolo personale che rispecchia chi siamo in quel momento; esprimendo i conflitti interiori attraverso il mandala è possibile proiettarli al di fuori di sé. Il lavoro con i mandala fornisce chiarezza ed equilibrio tra gli opposti della coscienza e permette di sperimentare armonia, pace e pienezza di sentimenti. I Mandala si trovano i diverse tradizioni: i mandala tibetani, nel buddismo tibetano, rappresentano un tempio immaginario, da contemplare durante la meditazione; i mandala dei nativi d’America rappresentano una valenza fondamentale nel processo di guarigione, attraverso la loro forma rituale e il legame con l’arte della medicina, intesa come l’insieme delle forze che svolgono effetto positivo sugli uomini. L’orientamento dei mandala nelle quattro direzioni è fondamentale per il processo di guarigione e per i nativi queste corrispondono ai periodi della vita e allo scorrere delle stagioni. I Mandala Celtici, o intrecci celtici, rappresentano il simbolo dell’infinito e della continuità. I vari intrecci rappresentano la continuità della vita e la ciclicità dell’esistenza. Il primo passo consiste nel riconoscere il proprio disagio e diventare consapevoli del proprio stile di vita. Disegnare un mandala può rivelarsi uno strumento di centratura per ricavare chiarezza dalla confusione in un percorso che porta alla scoperta delle proprie risorse interiori, delle proprie abilità e del proprio talento. La colorazione del Mandala permette di conoscere il rapporto che si ha con i propri limiti. Nell’attività terapeutica della colorazione del mandala, si entra in contatto con la propria interiorità, ci si concentra, si rimane rilassati e si attinge forza dal profondo. Chi è nel proprio centro tende ad iniziare la colorazione dalla parte centrale del mandala; chi è alla ricerca di sé stesso, tende a partire dalla periferia. Anche la preferenza di determinate forma può dare indicazioni importanti. In ogni modo il Mandala rappresenta il modello archetipo della vita. La funzione del mandala esercita un’influenza che porta ad integrare quanto “ci manca” per ottenere il benessere, dato che contiene in sé ogni cosa. Esercita un’azione di riequilibrio tra corpo e mente, che ci induce ad un percorso di riflessione ed introspezione.

FINALITA’ E USI SPECIFICI
La colorazione del mandala ci permette di:

  1. gestire i confini e accettarli
  2. (ri)-trovare sé stessi
  3. Rinnovare le proprie forze
  4. Concentrarsi rimanendo rilassati
  5. Vivere l’esperienza dell’unità con sé stessi
  6. Sviluppare una personalità armoniosa
  7. Attingere forza dal proprio centro
  8. Sviluppare la propria modalità di essere nel mondo
  9. Scoprire le leggi universali che regolano l’esistenza
  10. Integrare le proprie esperienze con quelle degli altri
  11. Favorire il ristabilirsi di un equilibrio e di un ordine interiore
  12. Apprendere il senso e il valore della non violenza e dell’integrazione (uomo-donna, adulto-bambino, mondo natura-ambiente)

LA TECNICA

La tecnica consiste nel disegnare o colorare un mandala, concentrandosi sulla sua forma.

La sua struttura geometrica permette di staccarsi temporaneamente dal mondo esterno, per concentrarsi su di sé: La struttura del mandala offre la possibilità di esprimere capacità e risorse personali proprio attraverso la scelta di tante forme e colori. Questi permettono alle emozioni di prendere forma e sono scelti liberamente per far uscire le sensazioni che si provano. Questo strumento, utile per conoscere meglio la propria personalità, ha un effetto ordinatore, chiarificatore e regolatore della psiche: nella sua creazione non vengono solo manifestati stati d’animo ed emozioni, ma anche elementi creativi. E’ uno strumento importante in momenti di squilibrio, malessere e confusione perché stimola il processo naturale di autoguarigione,favorendo la calma e uno stato di profondo benessere. Il mandala rappresenta un “contenitore ordinato” delle emozioni che si esprimono attraverso l’uso del colore. I mandala mettono in contatto con la saggezza interiore e aiutano a esprimere ciò che realmente si è. L’alto valore terapeutico attribuito al mandala consiste proprio nella possibilità che questo fornisce di proiettare i propri complessi, le proprie ossessioni, esorcizzandole, e di portare l’individuo verso l’auto-orientamento.

USI SPECIFICI

Scoprire le proprie risorse: la colorazione del mandala favorisce la scoperta e il rafforzamento delle risorse e delle potenzialità personali. L’impiego dei Mandala orientato verso la scoperta e individuazione di risorse e potenzialità che, già presenti in ciascun individuo, non hanno però la possibilità di emergere e di essere utilizzate. E’ attraverso il Mandala che la direzione delle energie individuali, generalmente rivolte contro sé stessi, possono essere trasformate positivamente a proprio favore. In un approccio di tipo globale, che coinvolge corpo e mente, il fine ultimo è quello dell’autorealizzazione e dello sviluppo del proprio potenziale, attraverso la ristrutturazione della propria personalità intorno al proprio centro. Il proposito è quello di collaborare con il naturale processo di evoluzione dell’individuo, promuovendo e armonizzando l’integrazione della personalità e il contatto con il Sé. In questo modo l’individuo è portato a una maggiore conoscenza del proprio modo di essere e quindi a scoprire la propria natura per poi utilizzarla in modo efficace nella quotidianità. La realizzazione dei mandala rappresenta una guida per poter intraprendere un personale percorso per rafforzare le risorse individuali e le potenzialità inespresse. Lo scopo dei mandala individuali è creare un’armonia interiore, in modo che l’individuo possa porsi nei confronti dell’esterno con maggiore altruismochiarezza, compassione e gioia, consapevole di essere solo una parte di una più ampia corrente.

(Tratto da www.ilcerchiodellavita.com) 

Medea: la madre che toglie la vita


Parliamo di lati d'ombra, non soltanto di luce ...

Ricordiamo Medea, regina dei Colchi ed emblema della passionalità, della vendetta e della magia naturale. E' una donna potente perché “conosce”, “sa”, cioè è depositaria di un antico sapere femminile. Quando Giasone le preferisce un’altra, Medea non esita ad uccidere la rivale in amore e i suoi stessi figli. La tragedia venne narrata da Euripide, da Seneca e molti altri.

La donna-madre negli anni e' stata sempre più collegata all'immagine della Madonna, della madre buona e dediziovole che nutre e cresce i propri figli con amore incommensurabile e che darebbe la vita per loro.
Ma nel passato, già nell'antica Grecia, si sapeva che non esiste solo il lato materno buono, ma anche il suo lato oscuro. 

La madre che si vendica, con atti atroci, sugli stessi figli, la donna che mette in tutta la sua passione una carica omicida. 

Non viene da pensare che una donna in questa epoca, forse colpita dalla depressione post partum, non accolta ed aiutata, faccia crescere in lei il senso di colpa per non essere una madre perfetta e buona come altre, ed il suo lato oscuro arriva a divorala finché si trasforma un mostro?

Non tutte le donne hanno la forza di reggere al dopo parto. 
Dovrebbero essere ascoltate ed accompagnate affinché il loro incubo non si traformi in realtà, perché non finiscano preda di se stesse e non nuocano alla loro vita e a quella di innocenti. 






mercoledì 25 febbraio 2015

Emerge una nuova speranza


"Sacra profondita' dorme nella donna. Il suo cervello e' fresco, non incatenato dal sapere. Lasciate crescere la donna libera dal modo di agire e di pensare dell' uomo! Immensi torrenti di idee nuove si leveranno in turbine, verranno nuove religioni, nuovi dei, nuovi mondi. La donna non conosce limiti al pensiero, non si adatta a nessun sistema, non e' ancora stata scoperta, e' enigmatica, sorprendente... si risveglia una civilta' della donna, del sesso forte. Le donne sono forti, piene di speranza, di buona speranza". 

Cit.Lawrence

martedì 24 febbraio 2015

La femminilità e' un dono, non nascondiamola


"Dagli occhi delle donne derivo la mia dottrina: essi brillano ancora del vero fuoco di Prometeo, sono i libri, le arti, le accademie, che mostrano, contengono e nutriscono il mondo."

Cit. Shakespeare 

venerdì 13 febbraio 2015

Era un castello ma di sabbia...


Crolla il castello
Si sgretola 
Ogni sua parte velocemente cade
Perde sostanza
Diventa polvere, impalpabile

Non era un Castello con salde mura
Era stato costruito con la sabbia
Bella luccicante morbida
Ma non ha retto alla tormenta 

E se qualcuno fosse rimasto tra le macerie?
Forse nessuno lo cercherà
Perché tante volte si osserva solo l'evento più grande e si dimentica ciò che non si vuole vedere.

Elena
 

lunedì 9 febbraio 2015

Respira


Respira, respira ad ogni movimento non solo fisico ma anche emotivo corrisponde come un onda che ci attraversa e senza respiro noi la blocchiamo 
Solo il fluire fa calmare l'onda
Anche se non sappiamo prevedere quando arriverà la successiva...
Elena

domenica 8 febbraio 2015

Il Fiore di Loto



Gran parte del simbolismo sacro che sta dietro il tatuaggio del fiore di loto, viene dal suo rapporto con gli elementi acqua e fuoco, il loto, infatti, cresce nell'acqua, per questo diventa un naturale collegamento ai concetti dell'elemento come i sogni, le emozioni, le intuizione, la consapevolezza, la purificazione. Il fiore di loto si apre ogni mattina di fronte al sole nascente. Questo è il collegamento solare del tatuaggio del loto, con l'elemento fuoco che rappresenta anche lo spirito puro che sorge dalle acque "sporche" della mente emozionale non guidata dalla mente superiore (super IO) ma che alla fine si stacca dalla materialità producendo un fiore bellissimo (l'illuminazione che tutto ha purificato attraverso l'esperienza), collegandosi anche ai simbolismi appartenenti al fuoco come passione, vitalità, rivelazione, la chiarezza, la vita e la visione.

Significati simbolici Loto

Vita
Chiarezza
Luminosità
Apertura
Rinnovo
Devozione
Creazione
Essere saldi
Direzione
Rivelazione
Consapevolezza
Illuminazione
Questi potenti significati simbolici, in combinazione con il lussureggiante ed, elegante fiore di loto, ne fanno un tatuaggio dinamico soprattutto per le persone che vogliono trasmettere una apertura delicata con la profonda semplicità della natura come analogia per il cammino lungo il sentiero spirituale.

Il significato profondo del Fiore di Loto è profondamente collegato con la purezza spirituale, il Buddha per esempio si vede emergere dal loto. In effetti il mantra "Om mani Padme Hum" significa "saluti al gioiello di loto" riferendosi al Nirvana.
L'osservazione, la meditazione e la focalizzazione sul fiore di loto incoraggiano ad avere un occhio su altri mondi, quelli spirituali: il fiore di loto è un portale di magnifica consapevolezza e molti maestri (antichi e moderni allo stesso modo) riconoscono questo incantevole potenza ecco che un tatuaggio con il loto come soggetto potrebbe diventare un promemoria della regalità presente dentro tutti noi.

Il fiore di loto è l'indicatore di molti grandi concetti della cultura antica, come ad esempio:
Simbolismo culturale fiore di loto

Il cuore umano
Potenziale immanifesto
Il processo di creazione universale
Gli otto petali diventano le 8 direzioni nello spazio e nel tempo
La consapevolezza crescente dal caos (fiorisce da acqua torbida)
Il fiore di loto ha qualità prettamente femminili; tra le culture egizie, indù, giapponesi si riconosce il tema della nascita e del rinnovamento attraverso il loto.
I fiori che emergono dall'acqua, con caratteristiche spiccatamente delicate del loto, ricordano qualità femminili. Egizia, indù, culture giapponese e indiano tutto riconoscere il tema di nascita e rinnovamento attraverso il fiore di loto. Se stai attraversando un periodo di rinascita per entrare in una nuova fase della tua vita il tatuaggio o il simbolo del loto fanno al caso tuo, per aumentare la visione interiore e conoscere quale sia la giusta strada da percorrere.




 

venerdì 6 febbraio 2015

La funzione rigeneratrice della Neve


La neve ha un ruolo fondamentale per l’idratazione  e la fertilità del suolo e di conseguenza per tutte le forme vegetali. E già di per sé questo concetto è pieno di tanti significati!

 

Ieri vedendo la neve scendere candida e coprire con il suo manto bianco le case, i prati, gli alberi secchi, è stato come veder donare pace ed armonia a tutto il mondo.

La neve ci costringe a fermarci, a guardarla. Il traffico è più difficoltoso, i bambini ci ricordano dell’evento magico, noi siamo costretti a rallentare.

E mentre scende, col naso all’insù, ci lasciamo accarezzare dalla sua delicatezza.

Non è la pioggia che ci bagna in poco tempo, non è il vento che ci confonde, non è il troppo sole che ci annebbia; è un tocco soffice che ci avvolge ed il freddo diventa calore dentro.

 

La sua bellezza pura e semplice ci chiama, ci chiede di soffermarci a guardare senza pensare, con serenità, con fiducia, con presenza.

La neve è qualcosa di incantato, di inaspettato. Ha un’azione purificante.

Dove c’è stata pioggia, sole, vento, arriva lei donando una nuova luce.

Non importa futuro passato, noi in quel momento siamo lì in quel incanto, in quel attimo di magia che la natura ci regala, contemplando uno spettacolo gratuito, ma di immenso potere reale ed evocativo allo stesso tempo.

Dovremmo imparare a far nevicare anche sui nostri sentimenti, far fluire ciò che proviamo ed avere ogni tanto questa sorta di purificazione, un nuovo punto di partenza.

Poter guardare con una nuova luce ciò che tutti i giorni diamo per scontato oppure non riusciamo ben a vedere.

 

 

giovedì 5 febbraio 2015

BORNOUT: quando il fuoco brucia


 

Il burnout (in italiano “bruciato”, “scoppiato”, “esaurito”, ) è generalmente definito come una sindrome di esaurimento emotivo, di depersonalizzazione e derealizzazione personale, che può manifestarsi in tutte quelle professioni con implicazioni relazionali molto accentuate.

La prima volta che si è utilizzato questo termine è stato nel 1930, per indicare l’incapacità di un atleta di ottenere continui successi.

E’ stato poi ripreso nel 1975 dalla psichiatra americana C. Maslach, la quale evidenziava nel burnout una patologia comportamentale a carico di tutte le professioni ad elevata implicazione relazionale (infermieri, psicologici, … “helper”). In seguito però sono state comprese anche altre  categorie di lavoratori, professionisti o lavoratori che hanno un contatto frequente con molte persone.

Le cause che possono portare al born-out sono molte e differenti: elevato stress lavorativo, mancanza di gratificazione morale ed economica, crollo del senso di appartenenza, scarsa equità nella distribuzione dei carichi, ecc.

Si passa sostanzialmente da tre fasi:

1.      Svalutazione: l’immagine lavorativa idealizzata viene a cadere e con essa alcune sicurezze personali

2.      Frustrazione: ci si sente incapaci, sottovalutati, emerge la sensazione di essere nel posto o nel ruolo sbagliato; comincia un serio distacco emotivo

3.      Apatia: qualsiasi cosa si faccia appare insignificante, si perde la fiducia nelle proprie capacità e in sé stessi.

Gli effetti prima o poi si ripercuotono anche sulla sfera privata / affettiva del lavoratore.

Sicuramente bisognerebbe cercare di dividere la vita dal lavoro, svagarsi nel tempo libero, stare insieme a persone con cui si ha un buon rapporto, focalizzare i propri obiettivi, … ma sappiamo quanto questo non sia facile nella quotidianità, quando l’azione individuale è sempre spostata sull’efficienza, organizzazione, velocità, proiezione al futuro.

Penso che le aziende o chiunque presti lavoro, abbiano il dovere morale di incentivare il personale, di creare un buon clima lavorativo, di distribuire equamente i carichi, di mettere a disposizione una psicologa almeno per dei colloqui iniziali. Un aumento di produttività non deve collimare con una diminuzione di autostima nei lavoratori. Il declino della vita personale è un prezzo troppo alto da pagare!

Sinceramente non conosco persone che non vogliano lavorare, piuttosto ci sono tante persone fragili, che devono pagare il mutuo, che hanno responsabilità familiari già di loro pressanti e che rischiano di “farsi bruciare vive”, di annullarsi, senza avere la forza di reagire o di chiedere aiuto.

Ed ogni persona che anche solo comincia a sentirsi “scottato”, ne deve parlare, deve cercare aiuto, perché restare in silenzio non risolve niente, bisogna ricordarsi di rispettare la propria vita e la sopravvivenza è un istinto primordiale che ha aiutato l’uomo ad arrivare fino a qua.

La vita va difesa, sempre, partendo dalla propria!